Economics

 

Il nuovo orizzonte della blockchain

11 Nov, 2017

Il nuovo orizzonte della blockchain

11 Nov, 2017

Pasquale Merella, FRM

3 min read

Intervista di Francesca Parodi

La blockchain è l’ultima rivoluzione digitale, ancora però poco conosciuta in Italia. «Per spiegare la blockchain bisogna fare riferimento ad altri concetti, come fiducia, crittografia, trasparenza e condivisione o competizione nel raggiungimento di un risultato» spiega Pasquale Merella, Risk Manager presso Quadrivio Capital Sgr, società leader negli investimenti alternativi.

In pratica, la blockchain si presenta come un enorme database basato sulla tecnologia peer-to-peer, cioè condiviso tra i vari membri della rete (i cosiddetti “nodi della rete”). Volendo fare un paragone, si può immaginare che la blockchain equivalga al protocollo TCP/IP su cui si basa il funzionamento di Internet: la blockchain è “la base digitale” su cui si sviluppano i vari “siti Internet”, ossia le varie applicazioni pratiche come le criptovalute. La blockchain viene utilizzata per realizzare varie forme di transazione potenzialmente in tutti gli ambiti: per comprare beni, scambiare titoli, azioni o informazioni in luogo di un atto notarile. Tra gli usi più celebri della blockchain c’è il bitcoin, la valuta digitale. La caratteristica saliente sta nel fatto che non ci sono enti centrali di verifica o intermediazione (come banche o aziende private tipo Airbnb, Google, Amazon, ecc.). Questo consente lo snellimento dei processi e la riduzione dei costi, in quanto ogni transazione avviata sulla blockchain debba poi essere validità dalla rete stessa. Inoltre, essendo basato sulla crittografia, il sistema risulta super sicuro.

La fiducia su cui si basa il sistema, spiega Merella, si lega ai “blocchi”. La blockchain infatti è come una sorta di registro digitale in cui, ogni volta che viene introdotta un’informazione (un “blocco”), si crea un collegamento con il blocco precedente, fino a formare una catena (“chain”). Questa catena di blocchi (che corrispondono a codici alfanumerici) registra tutte le transazioni effettuate dai partecipanti alla rete blockchain e le condivide tra loro. La sicurezza è garantita dal fatto che per accedere ad un preciso blocco, e quindi a delle determinate informazioni, bisogna essere in possesso di una chiave (fornita dal proprietario di quelle informazioni) che consenta la lettura del blocco stesso. Per esempio, il biglietto di un concerto in vendita corrisponde a un blocco della catena e al nuovo acquirente viene data una chiave (in pratica, un codice) che consente l’accesso (e quindi, di fatto, alla presa di possesso) di quel blocco (il biglietto).

«Si tratta di un vero e proprio mutamento del paradigma economico a cui siamo abituati perché cambia il modo in cui noi vediamo, compriamo e interagiamo con soggetti terzi» commenta Merella. «Questa tecnologia combina l’apertura di Internet con la sicurezza e la crittografia». Uno dei settori che potrà essere rivoluzionato è per esempio quello delle assicurazioni: le informazioni legate ad un’auto (condizioni dei contratti assicurativi, eventuali multe, ecc.) possono essere inserite all’interno della blockchain «per essere salvate e scambiate in maniera sicura. Questo consentirebbe più efficienza e una riduzione dei costi sulle commissioni».

In Italia la blockchain è un mercato che si sta sviluppando, seppur lentamente a causa della mancanza di fondi e delle difficoltà burocratiche.

«Tuttavia si sta procedendo lentamente in questa direzione. Ci sono alcune start up attive in questo settore, e anche alcuni big mostrano interesse, come per esempio Unicredit, che ha dichiarato che la blockchain costituisce la priorità dell’investimento dei prossimi anni. Anche Banca Sella ha destinato importanti investimenti nella ricerca in queste nuova tecnologia. Tra i settori non finanziari che stanno investendo di più in Italia in questa nuova tecnologia si annovera quello manifatturiero, come supporto alla logistica e alla supply chain. Anche nell’agroalimentare comincia ad esserci un certo interesse, soprattutto per garantire la tracciabilità del cibo grazie al controllo condiviso e l’immutabilità dei dati, caratteristiche salienti della blockchain».

Intervista pubblicata per la newsletter della Consulta degli Esperti per la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati il 9 Nov 2017