Economics

 

Fondazioni bancarie e derivati tra economia e politica

14 Feb, 2013

Fondazioni bancarie e derivati tra economia e politica

14 Feb, 2013

Pasquale Merella, FRM

3 min read

Articolo di commento su Fondazione Agenda (del 14/2/2013)

Link: http://fondazioneagenda.it/articoli/fondazioni-bancarie-e-derivati-tra-economia-e-politica/

Fondazioni Bancarie e derivati: caso MPS

In questi giorni il caso MPS ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica i rapporti non sempre di facile comprensione tra il mondo politico rappresentato dalle fondazioni bancarie e il mondo finanziario rappresentato dalle banche.

MPS, la più antica banca italiana, sopravvissuta anche alla peste, si presenta oggi con una struttura di governance ancora medievale. Il controllo è completamente in mano alla Fondazione MPS che ne esercita il potere come espressione di un rapporto tra banca e politica sempre legato a doppio filo. Si tratta in realtà di un vecchio tema, affrontato con la legge Amato negli anni ’90 che aveva l’obiettivo di realizzare questa separazione appunto, ma che ha finito per realizzarsi in un processo lasciato profondamente incompiuto.

In questo ambito distinguiamo due soggetti o meglio due strumenti: le Banche e le Fondazioni (in questo caso di natura bancaria). Questi due istituti hanno una vocazione nel perseguire i loro obiettivi – potremmo dire – diametralmente opposta. Le Banche perseguono fini di lucro mentre le seconde hanno fini mutualistici.

Le Fondazioni hanno lo scopo di perseguire valori collettivi e finalità di utilità generale con un effetto redistributivo delle risorse sul territorio. Evidentemente tali fini non si sposano con logiche di profitto e di business come è invece naturale che sia per le Banche. La legge-delega Amato-Carli n. 218 del 1990 dispose che gli enti bancari diventassero società per azioni, sotto il controllo di fondazioni, le quali successivamente avrebbero dovuto collocare le proprie azioni sul mercato. Le Fondazioni hanno quindi assunto un ruolo di holding gestendo un pacchetto di controllo sulla banca partecipata e percependo un flusso di dividendi come reddito strumentale alla propria attività istituzionale.

Ma in tutto questo le previsioni di Amato non si sono realizzate, il quadro normativo permane confuso ed ancora oggi, guardando al caso MPS, osserviamo come le azioni detenute dalla Fondazione senese non siano mai state collocate sul mercato anche se questo avrebbe comportato un beneficio alla Fondazione, valorizzando la partecipazione e rendendo inoltre contendibile il Monte Paschi. Ha prevalso invece il cupo interesse di detenere un potere con radici ben solide nel passato che volentieri si traduce in consenso elettorale. Significativo in tal senso l’acquisto da parte di MPS di Antonveneta in contanti per evitare la diluizione della quota azionaria della Fondazione. Nell’ambito di questo quadro, ecco che i manager non sono valutati su metriche economiche ma bensì politiche, creando anomalie e paradossi nel libero funzionamento del mercato.

E’ evidente che le Fondazioni vivono costantemente il dilemma e la contraddizione da un lato di dover controllare la banca e dall’altro di dover perseguire scopi non di lucro. Questo perché le Fondazioni sono uno strumento per perseguire fini di interesse pubblico e di utilità sociale, così come i derivati sono strumenti finanziari studiati per perseguire strategie, ad esempio, di copertura dei rischi valutari, di tasso di interesse o anche solo per fini speculativi. Entrambi tali strumenti non sono “tossici” o dannosi di per sè ma può esserlo un loro mix, specialmente se rispondente a logiche politiche. Riprovevole è dunque una commistione tra obiettivi politici e finalità economiche che ha portato in MPS il prevalere dei primi sulle seconde.

Per assicurare un corretto funzionamento del mercato non dobbiamo agire sui mezzi, vietando l’uso di strumenti quali i derivati, ma è necessario agire sui fini, separando la sfera degli interessi politici da quelli economici di interesse di tutti gli stakeholders. Allora i manager saranno valutati per quanto valore riescono a creare e non per quanto consenso riescono a raccogliere.